La cronaca in Italia corre veloce ed imprevista. Il vecchio presidente della nostra Repubblica in questi giorni ha dato una splendida lezione di dedizione ed amore veramente esemplare al Paese e a tutti gli italiani.
Come ho provato più che stizza, forse ribrezzo, per la processione dei politici che sono andati in ginocchio a chiedere che il vecchio uomo di Stato restasse per trarli da quei guai in cui loro si sono messi, altrettanto ho avuto ammirazione per questo vecchio che ormai aveva già fatto fagotto per andarsene a vivere finalmente in pace gli ultimi anni della sua vita.
Forse la mia comprensione è più sentita e più vera perché mi pare di trovarmi anch’io nelle stesse condizioni e provo sulla mia pelle la fatica, talvolta perfino la nausea, di dovermi sobbarcare impegni che mi risultano tanto gravosi a motivo dell’età.
Io sono un pensionato ufficiale da almeno otto anni, ma Napolitano avrebbe avuto il sacrosanto diritto di esserlo almeno da dieci, dodici. Per di più sono anni che il presidente non ha fatto altro che raccomandare a quella ciurma di perditempo, parolai e rissosi, saccenti e strapagati, di fare le riforme indispensabili per avere un governo capace di governare ed impegnato a rimettere in moto il Paese che si va avvitando su se stesso e sta precipitando in una crisi che non ha precedenti.
Il si di Napolitano non solo mi ha riempito di ammirazione, ma mi ha anche commosso per non aver fatto pesare più di tanto gli errori, le faziosità e i tatticismi inconcludenti dei politici, tutti tesi a salvaguardare i propri interessi personali. Più volte ho ripetuto che la virtù ha un peso specifico immensamente superiore a quello del vizio, motivo per cui sono convinto che il gesto di Napolitano fa più bene al nostro Paese di tutto il male fatto dai nostri mille parlamentari.
Spero che l’ammirazione e lo stimolo ad operare per il bene della collettività che provo di fronte al gesto di Napolitano possano far bene anche ai miei connazionali. Non riesco però a concludere questa pagina senza bollare di falsità e di infamia il comico Grillo e la sua banda di plagiati che stanno recitando una commedia veramente stucchevole, che pretenderebbero di essere i vessilliferi del nuovo, quando in realtà rappresentano quanto di più stantio, meschino ed illiberale un gruppo politico possa esprimere e che non tien conto neppure degli elementi più rudimentali delle regole della democrazia in un Paese moderno.