Il mio diavolo e il mio angelo

Io sono nato biologicamente nel lontano ’29 del secolo scorso, ma ad una coscienza sociale, nel dopoguerra. Da quel lontanissimo 1945 non ho sentito altro che parlare di riforme. Per molti anni ci ho creduto, ora questi discorsi mi fanno pena e tristezza.

Per l’ultima tornata elettorale il problema si è ancor più riacutizzato. A folate si sono presentati in Parlamento nuovi riformatori. In verità in questi sessant’anni i politici, a decine di migliaia hanno “campato” assai bene con questo discorso delle riforme. Da ultimi sono arrivati i giovani “grillini” che una “trovata felice” di un comico da baraccone ha portato alla ribalta dell’opinione pubblica, non soltanto, ma perfino in Parlamento.

Beppe Grillo è stato bravo, anzi bravissimo, non m’era mai capitato di sentire che in passato un comico sia riuscito in un’impresa così brillante. Anche Berlusconi, in verità – pure lui venuto dalle “canzonette”, alle quali pare sia ancora affezionato – una ventina di anni fa era riuscito a fare questo “miracolo” che, per un sussulto insperato, non si è ancora spento. Comunque Grillo ha fatto il pieno ed ora sto a vedere come si comportano i suoi discepoli col denaro.

Un po’ perché sono sordo, un po’ perché non ho seguito con troppa attenzione il manifesto dei grillini, non ho ben capito il loro programma. Di certo ho colto solamente quel suo ossessionante “Tutti a casa!” e qualche altra parolaccia scurrile che, da come mi è stato insegnato, pare che non sia elegante pronunciare.

Qualche giorno fa sono stato nella pasticceria Ceccon di piazza Carpenedo, il cui titolare mi usa frequentemente la benevolenza di donarmi i pasticcini per “i miei vecchi”, e in quell’occasione mi sono ricordato che quando ero parroco a Carpenedo, essendo la chiesa e la pasticceria Ceccon casa-bottega, perché ambedue le realtà sono affacciate sulla “piazza lillipuzziana” chiamata piazza solamente per dare nobiltà al nostro borgo periferico. Il titolare mi aveva fatto una sorniona proposta: «Vuole, don Armando, che fondiamo anche noi un nuovo partito? Io avrei anche un programma!». «Mi dica!», gli risposi. Ed egli pronto, perché ci aveva pensato lungamente: «Rubare si, ma magari poco, ma tutti!».

In questi giorni, per associazione di idee, mi venne in mente questo “programma”, che credo non sia molto diverso da quello di Grillo, anzi più realista; infatti il mio diavolo, che è quanto mai perfido ed insistente, mi fece balenare questa ipotesi: “l’ultima tornata elettorale ha sfornato un’altra folla di aspiranti ladri!” Però il mio angelo custode immediatamente è intervenuto e, perentorio, mi ha detto: «Questo è un giudizio temerario, da cacciare come un “pensiero cattivo”!» L’ho cacciato, però m’è rimasto nell’animo questo interrogativo….: “staremo a vedere!”.

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