L’anno della fede

M’è giunto recentemente dalla curia il programma per “l’anno della fede”, che inizierà con una solenne celebrazione eucaristica in piazza san Marco a metà ottobre.

Il Patriarca ha accompagnato il calendario della manifestazione con una lettera appropriata, ricca di unzione religiosa. Mi ha invece sorpreso e deluso il programma perché non vi ho trovato nessuna iniziativa a riguardo dei cosiddetti “lontani”: dei cristiani di altre religioni, dei maomettani e dei non credenti.

Forse il nostro nuovo Patriarca non è stato informato che circa l’ottantacinque per cento dei battezzati della diocesi non partecipa al precetto festivo, che i matrimoni civili superano quelli religiosi, che è in aumento il numero dei genitori che non battezzano i loro figli, che perfino si sta iniziando a non celebrare neppure i funerali in chiesa.

Di certo la fede è un dono di Dio che va chiesto con la preghiera, però è pur vero che Gesù ai discepoli ha detto in maniera decisa: «Andate!» e san Paolo ha caricato la dose con quel suo: «Insistete, in maniera opportuna e perfino inopportuna».

Non so cosa ha fatto il cardinale Suard quando ha scoperto che la sua Parigi era “terra di missione”, comunque penso che qualcosa si possa e si dovrà pur fare.

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