Politica e rassegnazione

Nota della Redazione: mai come per questo caso è d’obbligo ricordare che gli scritti pubblicati risalgono a un paio di mesi fa.

Il nostro Comune, fortunatamente, non è interessato dalle attuali votazioni per il rinnovamento delle amministrazioni comunali. In questi ultimi mesi, però, tutta la stampa pubblica le diatribe tra i partiti tradizionali, le liste civiche spontanee e quelle promosse dagli stessi partiti, le altre liste fatte da fuoriusciti dell’uno o dell’altro schieramento, ma comunque mette in mostra il gran numero di cittadini, in qualche modo dediti alla politica, che si contendono “un posto al sole”.

A me pare strano e mi risulta pressoché inconcepibile che tanta gente ambisca oggi al mestiere dell’amministratore pubblico in tempo di crisi economica. Se è sempre stato difficile amministrare, in questo momento è pressoché impossibile, o comunque estremamente arduo farlo.

Parlavo, qualche giorno fa, con un mio amico, più giovane di me, ma che ha vissuto, pure lui, il sessantotto, con la relativa contestazione. Quest’amico, di fronte al discorso della deludente amministrazione del Comune di Venezia e di quelle probabili che usciranno dai pretendenti amministratori – che fin da ora si dimostrano intrallazzatori, transfughi, mestieranti e furbastri – mi disse: «Ai tempi del sessantotto si puntava ad un radicale cambiamento e si tentava di mandare al potere gente di fantasia; ora pare che la tendenza sia quella della rassegnazione, pare che gli italiani siano rassegnati che li amministri gente mediocre e politici di mestiere!».

Purtroppo penso di dover dar ragione a questo mio amico, perché non vedo all’orizzonte neppure un filo di novità. Io rimango aggrappato alla speranza che prima o poi i managers di aziende sane, i professionisti seri e gli operatori commerciali decidano di buttarsi nell’agone della politica dei fatti e ci sbarazzino di tanti arrivisti ed arruffapopoli di mestiere.

Una risposta a “Politica e rassegnazione”

  1. Mi rendo conto di quanto don Armando faccia per gli anziani e quanta carità c’è nel suo cuore per gli aiuti che dà ed ha dato fino ad ora. Vorrei solo spendere 2 parole però: io ed il mio ragazzo viviamo assieme da qualche mese e il mio ragazzo è,oltre che molto credente,anche praticante,nella chiesa del cimitero di mestre dove si reca la domenica. Don armando sà della nostra convivenza? Penso proprio di sì dato che è lui a confessare il mio ragazzo che poi fà la comunione… Il mio parroco non può darmi l’assoluzione nè io posso fare la comunione finchè restiamo conviventi… e mi chiedo come mai don Armando la dia invece…. il mio parroco non è un bacchettone. E’ una persona molto buona intelligente e vera, ma si trova costretto a non darmi l’assoluzione…secondo le leggi della Nostra chiesa.
    Forse don armando deve preoccuparsi anche delle persone che frequentano la sua chiesa…
    Saluti..

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