L’altro ieri ho incontrato don Gino, l’arciprete di Mira Taglio, che tornava dalla benedizione di un loculo in cui suoi cari amici, conosciuti in tempi lontani in cui lavoravamo assieme in parrocchia a Carpenedo, avevano deposto le ceneri di un loro congiunto.
Era tanto che non vedevo questo caro prete, che è stato mio collaboratore per una quindicina di anni in parrocchia. Per don Gino nutro un legame particolare perché venne in parrocchia quando non era ancora prete e vi rimase per lungo tempo, soprattutto nei “tempi eroici” del mio impegno di parroco.
Don Gino si lasciò coinvolgere in tutte le grandi avventure parrocchiali, dalla costruzione del patronato, alla casa alpina. la “Malga dei Faggi”, all’apertura della villa asolana per gli anziani. Soprattutto don Gino fu artefice dello svilippo della comunità dei giovani e dei ragazzi. Quegli anni furono gli anni della ricostruzione, delle nuove frontiere, non per nulla al patronato hanno dato il nome di John Kennedy! Credo che in quegli anni giungemmo all’apice dei successi nel campo pastorale. La differenza di doti e di carismi – lui pacato, ordinato, io irruente, sognatore e combattivo – fecero si che la sinergia operasse degli autentici miracoli quali: l’apertura di una emittente, la pubblicazione di tre, quattro periodici, la rassegna di canti liturgici e folk, la biennale di arte sacra, la nascita del turismo per anziani, l’apertura de “Il Ritrovo”, e soprattutto la nascita di un vivaio di ragazzi e di giovani così numeroso e così vitale da far letteralmente sognare.
Questo pomeriggio m’è arrivato con la posta anche il settimanale di don Gino, fatto “a sua immagine e somiglianza”: ordinato, pulito, steso con buon gusto, originale come stile. La lettura del periodico e la rivisitazione della nostra storia comune, mi hanno fatto venire in mente una bella immagine di don Tonino Bello, il compianto vescovo di Barletta: “per volare ci vogliono due ali”. Per me don Gino è stato un’ala quanto mai valida, infatti dopo di lui il volo in parrocchia è diventato affannoso e poco produttivo perché non avevo più una seconda ala. Lui invece vola anche senza di me, però mi pare sia un volo di linea senza acrobazie!