Durante la settimana mi ha telefonato il dottor Paolo Fusco, giornalista di “Gente Veneta”, per domandarmi un incontro per mettere a fuoco qualcuno dei problemi che egli sa che mi stanno a cuore e che, per motivi professionali, ma spero anche di ordine morale, stanno a cuore anche a lui.
Era un po’ preoccupato di disturbarmi e di turbare la presunta quiete di questo prete ormai in pensione.
Gli dissi che un prete non si disturba mai, memore di un pensiero del principe del foro veneziano, l’avvocato Carnelutti. Questo uomo di cultura e di fine sensibilità cristiana affermò un giorno che non esiste lo scocciatore, ma si può invece incontrare l’uomo poco aperto e disponibile alle esigenze del prossimo. Io poi sono sempre disponibile alle richieste degli operatori dei mass-media, perché sono convinto che se non si matura una cosiddetta “cultura” attorno ad un problema, ben difficilmente si troverà chi sia disposto a dare una mano per risolverlo.
Precisato questo, tra tanti altri problemi, ho parlato al dottor Fusco della “cittadella della solidarietà”, una specie di Nomadelfia mestrina in cui si trovi “tutto per i poveri”.
Di certo la prossima settimana uscirà un servizio su “Gente Veneta” (questo, NdR), il settimanale diocesano, su questo argomento. La meta della realizzazione è certamente lontana, ma già da ora la stampa è favorevole, sono favorevoli il Patriarcato e le autorità comunali. Pare che pure la Società dei 300 Campi, proprietaria del terreno, sia disponibile ad una trattativa. Un’altra impresa ci mette a disposizione cinquantamila metri quadri per un eventuale scambio di terreno ed un’altra società ancora, che tratta di voltaico, è disposta a regalarci il “tetto” della cittadella, in cambio della possibilità di collocarvi i pannelli.
Tutto questo non è proprio poco, alla distanza di poco più di un mese dal lancio dell’idea!